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LA NOSTRA STORIA

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Chi siamo

L'ESSENZIALE

SENZA FILTRI

SENZA FINZIONI

Diamo vita a un tempo e uno spazio sacri, dove non esistono “giusto” e “sbagliato”, dove potrai concederti la libertà di riconnetterti al tuo sentire e dove ogni parte di te è la benvenuta.

Ci allontaniamo da un’idea di perfezione che soffoca l’essere e ci avviciniamo con delicatezza all’essenza.

Com'è nata questa idea?

Lo abbiamo fatto perché, dopo un lungo percorso di autoconsapevolezza che quel periodo ha portato con sé, ora ci ritroviamo incantati di fronte alla bellezza di quegli attimi di benedetta “normalità” che spesso scivolano via tra le dita senza neanche accorgersene, ma mancano immensamente con il passare del tempo e quando si affrontano sfide più grandi di noi.

Quegli attimi di cui riempirsi il cuore e fare scorpacciate incredibili. Quelli di cui non ci si sente mai sazi.

Lo abbiamo fatto perché tra tutte le offerte degli altri fotografi che abbiamo visto e sperimentato in prima persona come clienti mancava una fotografia incentrata sulla celebrazione della Vita e

delle piccole grandi cose per chi ne sa scorgere la meraviglia.

CHI SIAMO

Ho sempre avuto sete di storie, di paesi lontani e sconosciuti, di occhi che rivelano paesaggi che non ho mai vissuto.

Questa mia voglia di mondo mi ha spinto a diventare traduttrice e interprete e, dopo qualche anno, mi ha fatto avvicinare alla fotografia per potermi avventurare in un’altra forma di linguaggio.

Un linguaggio universale che mi permettesse di comunicare con ancora più persone (e che mi ha anche fatto un altro grandissimo regalo facendomi conoscere Alessandro al mio primo corso di fotografia).

Nel 2015, dopo un grave incidente, ho trascorso quasi 30 mesi a letto. Non riuscivo a camminare, non riuscivo a stare seduta, non riuscivo a essere indipendente.

Ero lì, sdraiata a letto con un dolore inimmaginabile, mentre la vita sembrava scivolarmi via tra le dita, e non facevo altro che guardare vecchie fotografie.

Fotografie che ritraevano le persone che amavo e tutti quei momenti di straordinaria "normalità" che rendono la vita meravigliosa. Tutti quegli attimi a cui sarei voluta ritornare, che avrei voluto rivivere.

È stato proprio lì, quando mi sembrava di aver perso tutto che mi sono aggrappata con tutta la mia forza a ciò che invece era rimasto…

Avevo perso tutto o quasi. E quel "quasi" me lo sono tenuto ben stretto. Era un "quasi" grande, intenso, energico.

In quei mesi così difficili, ho riscoperto l’importanza delle piccole cose della vita, quelle che si danno per scontate troppo facilmente, come la capacità di cucinare, vestirsi, ballare, tenere la mano di Alessandro durante una passeggiata…

E ho imparato a osservare con attenzione e occhi nuovi tutto ciò che mi circondava.

Appena sono riuscita a passare almeno qualche minuto in piedi ho preso in mano la macchina fotografica. Come piccoli esercizi di gratitudine, ho iniziato un rituale per ringraziare tutto quello che avevo intorno.

Nell'ordinario vedevo una bellezza straordinaria. Non l’avevo mai vista così prima di allora.

In quel momento ho sentito il desiderio di donare agli altri ciò che mi aveva aiutato: preziosi ricordi di momenti felici da custodire e la capacità di scorgere la meraviglia anche nella quotidianità “imperfetta”.

Insieme, io e Alessandro abbiamo capito che volevamo mostrare la meraviglia dell’Amore e dei suoi piccoli gesti che ci circondano ogni giorno. Quell'amore che ci ha letteralmente salvati.

Da piccolo ero timidissimo e quando avevo 6 anni ho trovato nella macchina fotografica uno strumento per avvicinarmi agli altri.
Passavo le giornate con mio papà nella camera oscura a immaginarmi racconti sui volti che avevo fotografato, riempiendomi le narici dell'odore del liquido per sviluppare le fotografie.

Un odore che mi riporta indietro nel tempo, quando poi tutti insieme creavamo i nostri album dei ricordi dei viaggi di famiglia in giro per l'Europa in camper.

Con il passare degli anni mi sono appassionato alla fotografia di teatro, dove ho imparato a rispettare la sacralità del momento senza interferire, a osservare con ancora più attenzione e ad aspettare con pazienza il "momento giusto", senza far rumore.

Tutte qualità che ora mi aiutano molto a fotografare anche i matrimoni e le famiglie con estrema delicatezza.

Ho fotografato matrimoni per molti anni, seguendo le regole imposte dalla tradizione, ma quando io e Sara siamo passati dall'altra parte dell'obiettivo ho capito quello che mi mancava e cosa volevo mettermi al servizio degli altri.

Una parola magica e intraducibile che

in greco significa letteralmente

essenza di noi stessi”,

fare qualcosa con la propria anima, passione, creatività, impegno e amore.

Meraki si usa quando una persona mette qualcosa di sé in qualsiasi cosa stia facendo, che stia preparando una torta, scegliendo delle decorazioni, costruendo qualcosa artigianalmente. Quel tocco in più che rende le cose davvero speciali e nostre.

Curiosità

MERAKI

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