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Tempo in famiglia: Anna, Federico e Noè – Servizio fotografico di famiglia a Portovenere

Qui e ora: il tempo che nessuno ci ridarà mai

Durante il lockdown, poco dopo aver raccontato la nostra esperienza personale su quei giorni pieni di paura e confusione in questo articolo, Federico ha voluto condividere queste parole associate a una fotografia di Noé nella loro insolita quotidianità.

Leggendole, ci siamo immersi nel mondo in cui sogniamo di vivere e che vogliamo raccontare. Leggendole, il cuore si è fatto più grande.

Sento spesso recitare in questi giorni frasi del tipo “quando tutto sarà finito non vedo l’ora di…”
Perché non svetta prepotentemente in me questa smania di tornare a un ” qualcosa” del prima? Ci rifletto. In effetti una cosa che mi farebbe bene: è la mia amica natura e la libertà che c’è nel profumo del mio mare.
Questo si, ma comunque non ne sento l’urgenza. Mi farebbe bene abbracciare papà, mamma, fratello, nipoti. Abbracciare. Ma ci sarà tempo per farlo.
C’è qualcos’altro che mi fa stare bene qui e ora e che mi fa godere di questa inusuale quotidianità. È mio figlio, Noè, è la mia famiglia. Noè, Anna, Fede. Noi.
Rifletto e mi accorgo che in realtà tutto sommato la situazione attuale non ha stravolto più di tanto le nostre vite.
Già in precedenza, un po’ per necessità un po’ per scelta, abbiamo optato per una velocità differente nel viaggio della nostra vita. Da tempo infatti ci stiamo allontanando dalla vita lavorocentrica, dal motto “produci consuma crepa”.
A piccoli passi,cercando di stare a galla e per ora fortunatamente riusciamo a farlo.
Abbiamo creduto che fosse meglio dedicare tempo alla semplicità, alla creatività e alla ricchezza che ci offre la condivisione del tempo in famiglia, quello che, una volta trascorso, nessuno ci ridará mai.
Certamente si rinuncia ad altre cose tra cui la stabilità economica.
Certamente uscivamo di più all’aria aperta.
Oggi è indubbiamente differente, le giornate trascorrono in casa inventandoci ogni giorno tante attività e modi per stare bene.
Noè sembra apprezzare molto.
Ecco stiamo semplicemente bene.
E dire che sono sempre stato un animale da esterno, uno col naso sempre fuori e così è nostro figlio. Tuttavia viviamo questo periodo apprezzando le fortunate possibilità che ci offre. Siamo fortunati.
Senza ovviamente far finta che tutto ciò abbia un impatto sulla nostra economia, sulla psiche, sul corpo sui rapporti sociali, sulle priorità e così via, ma è altrettanto interessante e piacevole il qui, ora.
Oltre all’ovvio motivo che non siamo nella pericolosa zona della prima fila, oltre al fatto non che siamo né in guerra né alla fame come in tante parti del mondo, siamo fortunati perché abbiamo un’occasione bella di poterci riosservare, ascoltare noi stessi al di fuori del consueto tempo e spazio. Non è da poco.
Oltre a questo c’è un’altra straordinaria fortuna. Nostro figlio Noè.
E dire che a tratti può essere veramente impegnativo. Abbiamo già iniziato quell’impegnativo periodo di crescita noto come i “terribili due ” e come da copione conviviamo con i vari No che vogliono affermare la sua personalità,con i convincimenti per fare alcune cose o per non farne altre, con il suo essere perennemente vivo e in movimento, con la richiesta di esserci minuto dopo minuto, incessantemente… e in tutto ciò la costanza, la pazienza e l’impegno a volte non sono abbastanza. Chi ha figli può capire… Non siamo quindi indenni da “scleri” o nervosismi , momenti di sconforto o stanchezza.
Ma il suo amore è il motore più potente che conosca e ciò risolve tutto. Amore, dolcezza, felicità, per tutto, sempre.
Lo ripeto, il suo amore è il motore, è più potente di tutto.
E sto scrivendo tutto ciò con poche parole per volta, quando riesco a ricavare 3/4 minuti per me, per sedermi in un angolo a pensare, a scrivere, stanco.
Paradossalmente proprio in questo frangente me ne rendo ancora più conto. E questa è una grande fortuna.
E non lo dico per piaceria ma è veramente così.
Saremo forse strani ma questa reclusione in parte ci mette alla prova ma in parte a noi piace anche un bel po’. Ci sarà tempo per andare all’orto, al mare, a fare passeggiate o trovare i nonni, ma quando avremmo di nuovo la possibilità di scegliere come impiegare il tempo? Come rallentarlo? Facendo insieme i ravioli, pasta, pane pizze, dolci, pitturare la sua camera, inventare giochi, costruire tende, creare grembiuli, mobiletti, annoiarci e così via.
Quando avremmo di nuovo il privilegio di poter rimandare a domani? In una società, la nostra, dove in realtà sembra non esserci mai questo tempo.
Allora sarà, è, forse, proprio questa una delle nostre risorse, il nostro tempo. Noi di fronte a noi stessi e le nostre anime. Non il lavoro, non le faccende quotidiane, non gli impegni, non quello che facciamo o abbiamo ma quello che siamo, per noi stessi, per la nostra famiglia, per chi amiamo o chi ci ama, per i nostri desideri, per il nostro presente e futuro.
Ecco mi sento fortunato e ne sono felice.
E sono felice di non sentirmi smarrito di fronte a questo grande foglio bianco di tempo, sono felice di non lamentarmi per dover passare tutto il giorno con i figli, la moglie o il marito o semplicemente perché devo stare in casa. Sono felice di non sentirmi smarrito di fronte a me stesso, di non dover cercare un modo per esserci sentenziando in rete morali su ciò che sarebbe etico e giusto fare o non fare, annunciare pareri in qualunque settore, critiche, accuse, teorie complottistiche, soluzioni a tutto.
Sono felice perchè sono. Sono con la mia famiglia.
Sono tra le emozioni che abbiamo creato.
Sono nell’intangibilità delle nostre vite.
Sono nel tempo che ci è stato offerto.
Sono negli spazi che abbiamo creato.
Sono in continuo divenire.

Ora il tempo del mare è tornato. Quel mare che amano così tanto e di cui Federico ama prendersi cura. È tornato il tempo degli scogli, della nanna in spiaggia all’ombra degli alberi, del relax sull’amaca, delle pesche sbucciate e rubate furtivamente dalle mani di papà tra le risate di tutti.

Qui e ora: il tempo della consapevolezza della fortuna che ci circonda ogni giorno.

Questo è il racconto di una giornata di Anna, Federico e Noè. Questo è il racconto del loro tempo sospeso.


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